Dal 15 al 25 luglio, sempre tutti i giorni, aperta dalle 17. 00 alle 21. 30, la Torre Medicea stavolta ospita un mondo sprizzante di colori!
E con un esordio così – un mondo sprizzante di colori – oltre a trasferire subliminalmente un desiderio di zucchero filato e di qualche videocassetta di Remì per bruciarla con un rito satanico, mi sono giocato la stima degli artisti presenti. Tanto vale, allora, presentarli: Pietro Rotelli, Federica Giomi, Sem Boy Lee, Paolo Cerrai, Marina Viviani.
Al dunque, e in ordine sparso: le tele dai colori energici, come carte geografiche dei sentimenti, di una donna (che è un essere umano), che narra con schiettezza la propria interiorità; l’eclettismo, la bulimia e l’estro grafico-pop-pubblicitario-fumettistico-oggettistico-etc etc etc (altrimenti non avrei scelto “eclettismo” e “bulimia”, quantomeno!);
e accanto, il mondo del tatuaggio. Un microcosmo che si fa carico, spesso, di un Immaginario secolare che sta scemando: quella del tatuaggio, allora, diventa anche una funzione sociale, di memoria; i pirati, i teschi, il circo, i boxeur, le bambole, i rituali, le icone religiose, i marinai, le donne, la galera… Un’iconografia tenuta in vita grazie agli «ahia!» desiderati che provocano questi professionisti. Trasportare un universo del genere sul terreno della rassegna significa dunque far risaltare la prosecuzione della tradizione (e quindi, l’amore per ciò che significa, trattenerla in vita); rievocare la sensibilità per le geometrie, le armonie che hanno reso grande l’Italia in altri secoli; o narrare piccole disperazioni su trina di una donna-donna e di una (sua) bambina.
PS E c’è un frigo che vi aspetta, per essere tatuato: la contemporaneità ci ricorda che l’oggetto vuol farsi soggetto; perciò, venite a emancipare un elettrodomestico a mo’ di arto umano!